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La tradizione ebraica postula che, in quanto esseri creati a immagine di Dio, ognuno di noi è dotato di un'anima che riflette e incarna il divino. All'interno di ogni anima una gamma di qualità divine giacciono qualità dormienti come compassione, onestà, generosità e coraggio, tra le altre. Noi umani siamo dotati in fabbrica di queste qualità, così come della capacità di attualizzarle attraverso le nostre parole e azioni.

La tradizione ebraica può essere intesa come un percorso pratico verso questo tipo di attualizzazione, verso lo sviluppo del nostro carattere e la capacità di agire in modo più coerente in accordo con il nostro io più elevato. Il flusso di pensiero ebraico che enfatizza questo approccio è noto come Mussar.

Come genere distinto, la letteratura Mussar ebbe origine nell'XI secolo, sebbene le sue radici risalgano alla raccolta delle prime massime etiche rabbiniche conosciute come Pirkei Avot. Nel 19° secolo, il rabbino Israel Salanter ha attinto a queste opere per ispirare un moderno movimento Mussar dedicato alla coltivazione delle virtù personali, noto come middot (letteralmente misure).

La pratica del middot si riferisce alla coltivazione di queste qualità attraverso l'approfondimento della nostra consapevolezza della loro presenza dentro di noi e l'elevazione degli aspetti etici della vita ebraica. Più specificamente, la pratica può includere queste forme.

  • Cheshbon hanefesh : letteralmente contabilizzazione dell'anima, questa pratica mira ad aiutarci a familiarizzare con le nostre abitudini del cuore e della mente e come promuovono o ostacolano la pratica del middot. Cheshbon hanefesh può comportare la pratica regolare della meditazione, la preghiera personale, la condivisione e la riflessione con un partner sicuro e fidato e/o l'inserimento nel diario delle proprie esperienze nell'applicazione di una specifica middah.
  • Studio del testo e preghiera: che siano comunitarie o personali, queste pratiche possono aiutarci a far crescere la coscienza del punto centrale dentro di noi. Nello studio del testo, possiamo cercare ed enfatizzare aspetti dei testi sacri ebraici in cui i personaggi combattono e coltivano il loro punto centrale, modellando un processo di sviluppo del carattere che possiamo emulare nelle nostre vite. Nella preghiera possiamo concentrarci sui passaggi della liturgia che attribuiscono middot a Dio, ricordando che possediamo queste stesse sacre qualità etiche e che possiamo attualizzarle nella nostra vita quotidiana.
  • Frasi focus: Tratte da testi classici o contemporanei (o auto-composte), queste frasi ci ricordano la presenza del punto centrale dentro di noi. Richiamare regolarmente alla mente la frase principale o sussurrarla a noi stessi può aiutarci a stare attenti alle opportunità di praticare un middah nella vita di tutti i giorni.
  • Esercizi: Conosciuto in letteratura come kabbalot (auto-obbligazioni), questa pratica comporta l'identificazione di una situazione quotidiana che presenta l'opportunità di applicare una specifica middah. Se stai lavorando sulla metà della pazienza, ad esempio, potresti decidere di prestare particolare attenzione al tuo comportamento in attesa in coda o mentre sei bloccato nel traffico.
  • Partner o gruppo di studio: incontrarsi regolarmente con gli altri per studiare il middot e rafforzare reciprocamente le pratiche degli altri ci consente di esplorare la vulnerabilità emotiva che spesso può ostacolare la nostra pratica del middot.

Qualunque sia la forma che scegliamo per coltivare il nostro punto medio, potremmo presto iniziare a notare la presenza di forti ostacoli interiori che impediscono il nostro progresso. Questo è noto come yetzer hara, o inclinazione al male. Lo yetzer hara può essere vissuto come una voce interiore che mina la nostra determinazione o come una potente inclinazione a fare qualcosa che sappiamo essere poco saggio o non salutare. Lo yetzer hara rappresenta i nostri istinti inferiori, gli angeli minori della nostra natura.

Nella letteratura di Mussar, lo yetzer hara è spesso descritto in termini militaristici, come un nemico da conquistare. Ma nel pensiero rabbinico lo yetzer hara è inteso anche come indispensabile e perfino fonte di bontà nel mondo. Se non fosse per lo yetzer hara, insegna un Midrash, nessuno costruirebbe una casa, prenderebbe un coniuge o genererebbe figli.

Lo yetzer hara può rappresentare la naturale spinta umana a costruire e perpetuare la nostra presenza. Ma può anche essere un istinto di autoprotezione innescato dalla paura (nel qual caso potrebbe autoproteggersi) o dal desiderio (nel qual caso potrebbe essere auto-esaltante). Questi istinti rappresentano l'ombra o l'aspetto caduto del punto medio.

Quando siamo in grado di accettare questi impulsi con compassione piuttosto che con giudizio, come aspetti inevitabili della nostra umanità imperfetta, possono dissolversi abbastanza da consentire all'energia sacra del punto centrale intrappolato dentro di loro di fluire verso fini salutari piuttosto che egocentrici. Diventano così occasioni di profonda crescita etica e spirituale.

In questo approccio, lo yetzer hara non diventa il nostro nemico, ma piuttosto il nostro istruttore di maggior impatto nello sviluppo del personaggio. I difetti del carattere possono trasformarsi in punti di forza del carattere, i nostri angeli minori si convertono nei nostri angeli migliori. La pratica del middot paradossalmente ci consente sia di accettare la nostra umanità essenzialmente imperfetta sia di utilizzarla come trampolino di lancio per realizzare la nostra divinità latente. Cerchiamo la santità non giocando a fare Dio, ma sforzandoci semplicemente di essere il più umani possibile.

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Midrash

Pronunciato: MIDD-rash, Origine: ebraico, il processo di interpretazione mediante il quale i rabbini hanno riempito le lacune riscontrate nella Torah.

Cosa significa la parola Cheshbon in ebraico

Significa un 'resoconto dell'anima.' Esaminiamo le colonne di credito e debito delle nostre vite spirituali, dove abbiamo realizzato un profitto, per così dire, e dove una perdita, dove abbiamo accumulato capitale e dove lo abbiamo esaurito.

Chi ha scritto Cheshbon HaNefesh

Cheshbon HaNefesh di Menachem Mendel Levin di Satanov.

Come si pronuncia Cheshbon HaNefesh